La vita in uno spazio sconfinato, arcaico e arido, che vede l'alternanza di steppa, deserto e vallate: questa è la campagna mongola.
Puoi perderti con lo sguardo nel silenzio polveroso e sentirti improvvisamente iniziato ai misteri della vita, della morte e della loro cruda alternanza. O puoi rifugiarti nell'intimità di una infinitamente piccola e accogliente gher, prima che questa si trasformi in un guscio da portare lentamente in carovana.
La coappartenenza tra uomo e animale è il sintomo più evidente della vita nomade, gli animali sono compagni di viaggio, cibo e fonte di ricchezza.
Tutto segue i ritmi imposti dalla natura, in un continuo e resiliente adattamento.
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Valentina Brancaforte, catanese, classe 1983. Comincia a fotografare nel 2012 vivendo tra Catania e Palermo. Viaggia per il mondo cercando di cogliere e trasmettere i colori, le atmosfere e i profumi che respira alla ricerca dell'identità dei popoli.
Negli ultimi anni focalizzala sua ricerca su tematiche sociali e storie che riguardano la sua Sicilia.
Ha esposto in Italia (Pais - Centro internazionale di Fotografia Palermo 2022; Novecento, Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Guccione - collettiva curata da Vittorio Sgarbi - Convitto delle Arti Noto 2021; La Ricerca della Bellezza, collettiva curata da Letizia Battaglia - Palazzo Notarbartolo PA, Salone della Borsa ME 2017) e firma diverse copertine delle collane "Le polveri" e "I superflui" della casa editrice Readerforblind. Nel 2021 è stata finalista al XX Premio Marco Pesaresi per la fotografia contemporanea con il progetto Pais.